Agapornis

L’odore delle persone che passano
ha sempre un che di malinconico
Che cosa vogliono comunicarmi,
quali algoritmi codificano
i vostri feromoni artificiali
da formiche meccaniche?

Una donna di quarant’anni
lascia una scia di fiordalisi
Forse un invito?
Se mi chiedessero com’è fatto un fiordaliso,
quale sia la sua stagione di fioritura,
risponderei che non importa
risplenderà per qualche giorno
ai bordi di una strada,
sperando che uno sguardo lo colga
E appassirà come ogni cosa

Il tuo profumo sa di carne in putrefazione,
donna di mezza vita
Con le lentiggini stanche
e una bambina stretta al braccio,
le parole sempre adatte
per ogni occasione

Il sole è una presenza discreta
Una bandiera dell’Ucraina
ondeggia pigra da un balconcino
E noi come rettili assorbiamo fotoni
emettiamo una radiazione cosmica
pressoché insignificante
dalla nostra panchina di piazza Duomo

Gli inseparabili nel negozio di sementi
fischiano e si grattano l’un l’altro
con la punta dei becchi, sotto al piumaggio
Come volessero scorticarsi
A guardarli da dietro la vetrina risulta evidente
la lora felicità abbacinante,
alla quale possiamo solo sperare di giungere
nella prossima reincarnazione
o in qualche forma di paradiso non terrestre

Nell’ospizio i vecchi in carrozzina
cantano le loro canzoni
inventando sempre nuove parole,
benedetti dalla demenza
e dalla quietapina
Anche loro felici

E anche noi, quasi